Per la serie a volte ritornano, la Pulce di Paco Suarez ha pensato bene che per celebrare i 20 anni dalla sua non entusiasmante ricomparsa (Poogaboo 1991) fosse il caso di rimboccarsi le maniche (una pulce?) e tornare all’opera e così avevamo appena chiuso il post precedente quando scopriamo che Paco Suarez (assieme a Juan Gargallo e Juanjo Redondo), in occasione del RetroMadrid 2011, ha presentato la nuova reincarnazione del suo primo successo.
Il gioco è distribuito dalla Mandanga Games e potete scaricare una demo così potrete provare i primi livelli. QQ#2 (ignote le cause di un nome tanto astruso) presenta delle similitudini con l’illustre predecessore, ma anche delle evidenti innovazioni. Invariato il metodo di guida, autentico marchio di fabbrica, mentre l’azione si svolgerà in vari livelli, di dimensioni variabili, dove oltre ad evitare i soliti nemici dovrete raccogliere chiavi, oggetti, armi, usare macchinari, nuotare e trovare alleati per restare vivi fino alla fine del gioco.
Insomma la Pulce è tornata ed è piuttosto agguerrita. Spicca, in senso negativo, la quasi totale assenza di riferimento al co-autore di Bugaboo, Francisco Portalo Calero, e diciamo che tale silenzio è reso evidente dal fatto che, a differenza di Poogaboo, in questo caso la storia di QQ#2 si riaggancia direttamente al lavoro del duo Paco & Paco. Nell’annunciare la vicenda Suarez infatti si riferisce direttamente al capostipite della serie scrivendo:
Ha vuelto. Es ella ¿o él? El alienígena saltarín, conocido como La Pulga, consiguió escapar del planeta Cebolla7 y ha vuelto para continuar su odisea. (22 luglio 2010)
“è tornato, è lei (o lui?). La aliena salterina, conosciuta come La Pulce, riuscita a fuggire dal pianeta Cipolla7 è tornata per continuare la sua odissea”. Non ci pare dunque un caso che nel breve libretto del quale si è parlato nel precedente post Francisco Portalo notasse, con una punta di amarezza, come il suo nome fosse di fatto caduto totalmente nell’oblio in merito a quella collaborazione, In merito al gioco, scorrendo la lista delle notizie relative al “work in progress” di QQ#2, ci imbattiamo in un altro comunicato, datato 29 giugno 2010, dove Paco Suarez si presenta, diciamo così, al pubblico dei più giovani videogiocatori, illustrando la prossima uscita del suo nuovo lavoro.
Algunos de los menos jóvenes me recordarán como uno de aquellos locos que alrededor de mil novecientos ochenta y tantos creábamos los primeros juegos de ordenador personal.
Alcuni dei meno giovani mi ricorderanno come uno di quei pazzi che attorno agli anni ’80 crearono i primi giochi per personal computer
Tengo el honor de ser considerado el creador del primer videojuego español. Fue en 1982 y se llamó La Pulga. Vió la luz en un Sinclair ZX81 (procesador de 8 bits a 4 MHz. 1 kilobyte de memoria, ampliable a 16). Consistía en un humilde asterisco al que tenías que impulsar hábilmente para sacarlo del agujero en que había caído.
Ho l’onore di essere considerato il creatore del primo videogioco spagnolo. Fu nel 1982 e si chiamò La Pulga. Vide la luce sopra un Sinclair ZX81 (processore di 8 bits a 4MHz, 1 kilobyte di memoria ampliabile a 16). Si trattava di un semplice asterisco che si doveva spingere con abilità per farlo uscire dalla buca nella quale era caduto.
Pocos años después, me uní a otros cuatro locos y fundamos uno de los primeros estudios de desarrollo de España. Fue Ópera Soft, que algunos recordarán con nostalgia como los artífices de obras frescas, adictivas y retadoras como “Goody”, “Doctor Livingstone, supongo” o “La Abadía del Crimen”.
Pochi anni dopo, io e altri quattro pazzi, abbiamo fondato uno dei primi studi di sviluppo di videogiochi in Spagna. Fu la Opera Soft, que alcuni ricorderanno con nostalgia come artefice di nuove opere, appassionati e impegnative quali “Goody”, “Doctor Livingstone I suppose” o “La Abadia del Crimen”