ANNUNCI: SHADOW OF THE BEAST BIS (Playstation 4)

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Rocky I, Rocky II, Rocky III, Rocky IV… Terminator I, II, III… seguiti, seguiti che spesso deludono, in particolare se arrivano dopo molti anni, quando oramai si è consolidata nella memoria una certa immagine e poi ti ritrovi davanti un vecchietto che tenta di fare il giovane eroe (o peggio ancora un vecchietto che passa il tempo a ironizzare sopra quanto è vecchio, vedi Indy IV N.d.R.). I seguiti quasi post-mortem dell’attore o degli ideatori sono una piaga che infetta il cinema mondiale, nel mondo dei videogiochi, abbiamo visto il caso Bugaboo, si tenta di ridare splendore a vecchie glorie, contando sopra più colore e qualche effetto in più, i risultati sono spesso discutibili; esiste però, a nostro parere, qualcosa di ancora più pericoloso dei seguiti e sono i remake. Spieghiamoci, i remake a livello “casalingo” li riteniamo delle opere meritorie, spesso in grado di consentire l’accesso a titoli che altrimenti non girerebbero o funzionerebbero solo parzialmente: a Matatari, come avete visto, i Remake non sono snobbati, anzi, ma il Remake commerciale è quello che ci preoccupa perché, come avviene anche nel cinema, appare un po’ essere la tomba della creatività, si rischia di appoggiarsi al già fatto, aggiungendo un po’ di cose, magari pasticciando con altri videogiochi successivi, ma non si lavora a dare nuova forma. Così come per il cinema pensiamo che anche per il mondo dei videogiochi “la colpa” sia dell’età dei giocatori, ovvero la presenza di un numero abbastanza ampio di generazioni tra le originali e quelle odierne che consenta di fare dei remake perché il mercato è composto da gente che, in buona parte, non ha mai visto l’originale.

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Nel mondo dei videogiochi è tutto accellerato e così la generazione del Shadow 1989 è distante anni luce da quella del Shadow 2013, nel cinema le cose solitamente interessano un gruppo maggiore di anni. Così non abbiamo preso molto bene l’annuncio della prossima uscita di un nuovo capitolo, il quarto, di Shadow of the Beast, anzi per la precisione di un rifacimento del primo capitolo. All’epoca della sua pubblicazione Shadow of the Beast faceva urlare gli amighisti (e possessori del Atari ST) per la grafica spettacolare e faceva altrettanto urlare (dalla rabbia) i giocatori per la difficoltà estrema, ma restava comunque un gran bel gioco. Certo, della esistenza di Aarbron tramutato in mostro non si vedeva poi molto, a meno di non essere un mago del joystick o di usare qualche trucco, ma l’effetto rimaneva e ancora oggi Shadow the Beast è un nome riverito ed un simbolo della, ahimé defunta, Psygnosis. L’anno successivo (1990) arrivò Shadow of the Beast II, dove questa volta eravate nei panni di una sorta di uomo delle caverne, sempre a sfidare l’ennesimo mago crudele (ma diverso rispetto al primo episodio). La formula era nettamente cambiata, dal platform con pochi enigmi si passava ad una sorta di avventura. La grafica era piuttosto monotona rispetto al predecessore e in generale non si può dire che questo seguito si mostrò memorabile. Nonostante le aspre critiche anche per la difficoltà se possibile aumentata, nel 1992 venne fuori Shadow of the Beast III. Ritornate a impersonare Aabron, ma questa volta in vesti completamente umane, in una serie di enigmi complessi. Risultato certo superiore alla puntata precedente (alcuni lo hanno addirittura ritenuto il migliore della serie) ma personalmente abbiamo continuato a preferire il bestione del primo episodio. Adesso la Sony, in occasione della uscita della nuova Playstation, ha annunciato la preparazione, in esclusiva per il mercato Playstation, di un remake di Shadow of the Beast! Per ora esiste solo un trailer, dunque è difficile ipotizzare se l’esito ci stupirà o confermerà la regola, intanto notiamo che, per quanto sia un remake del primo, il trailer non restituisce le caratteristiche grafiche che connotavano il primo Shadow (e in parte il terzo), pare aver subito l’influsso dei vari Prince of Persia e sotto sotto temiamo che alla fine sarà qualcosa del genere, ma c’è sempre possibilità di una sonora smentita e ci farebbe assai piacere!